ENTE DI CULTO CON PERSONALITA' GIURIDICA

chisiamoLa Consulta Evangelica nasce nel 1992 grazie all’iniziativa di un gruppo di chiese evangeliche della Campania sulla base di una concezione ecclesiologica di matrice congregazionalista che vedeva nella chiesa locale la base primaria della vita ecclesiale; in virtù di tale principio essa affermava, fin dal suo sorgere, l’autonomia della chiesa locale quale dimensione essenziale allo sviluppo della medesima sia dal punto di vista spirituale che organizzativo e patrimoniale. Nel 1999 acquisiva il riconoscimento giuridico come ente di culto che veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 11 dicembre 1999.

Negli ultimi anni l’ambito geografico della Consulta Evangelica si è esteso ben oltre i confini regionali della Campania per l’adesione di numerose altre chiese al progetto di collegamento e coordinamento che essa intende perseguire; tale allargamento ha comportato un incremento significativo delle chiese da essa rappresentate inducendo il suo Consiglio Direttivo ad inoltrare domanda agli organi competenti presso la Presidenza del Consiglio per avviare la trattativa al fine di stipulare intese ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione. La trattativa è stata ufficialmente avviata il 28 novembre del 2012.

Nello stesso tempo veniva operata un’accurata revisione dello statuto per adeguarlo alle esigenze. In questo modo si precisava finanche nel titolo la natura di questa struttura di collegamento tra chiese che, sia pure provenendo da storie e tradizioni diverse, esprimevano un certa omogeneità sul piano teologico sufficiente a caratterizzarne i tratti confessionali sia pure all’interno di un assetto organizzativo federale che da sempre si è mostrato il più adatto a soddisfare sul piano giuridico le esigenze ecclesiologiche congregazionaliste; perciò capace di coniugare le esigenze di autonomia con quelle della coesione e della sussidiarietà. La Consulta Evangelica è, dunque, una confessione evangelica federale dove le chiese a vocazione congregazionalista possono trovare la loro naturale collocazione giuridica per vivere la propria vocazione e svilupparla al meglio. Infatti, il sostantivo ‘Consulta’ non indica un organo specializzato nel dare pareri (come un immediato riscontro linguistico potrebbe indurre a pensare), ma l’attitudine a consigliarsi con altri perché l’autonomia non sfoci in arbitri indipendentistici.

La Consulta riconosce il valore della chiesa locale quale autonoma assemblea di credenti in cui si esprime visibilmente la Chiesa di Cristo. Autonomia, però, non significa isolamento; perciò le chiese si riconoscono parte e partecipi della “chiesa universale” accordando questo riconoscimento a quanti fanno delle Scritture bibliche il loro unico punto di riferimento. In virtù di questo principio la Consulta accoglie anche le associazioni di chiese locali. Le chiese associate alla Consulta, vivendo l’Evangelo in questa realtà, sono aperte e disponibili all’incontro con altre comunità che, sul medesimo fondamento di Gesù Cristo e della Sua Parola, vivono esperienze diverse; perciò affermano che l’unità dei credenti non va ricercata in uniformità esteriori o in rigidi schemi umani, ma manifestata nell’ubbidienza al monito apostolico contenuto in 1 Corinzi 14,40 (“ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine”), ed espressa come volontà del comune Signore nella pluralità dei doni propri di ciascuna chiesa posti in comune al servizio reciproco.

Attualmente la Consulta rappresenta 120 chiese locali associate come tali o attraverso raggruppamenti sovra locali, con 150 locali di culto aperti al pubblico per una popolazione complessiva di circa 15.000 membri.